Lamo, il Dio della palude
DA DOVE DERIVA IL TOPONIMO "LAMATO" E QUINDI "LAMETIA"?
Nella mitologia Lamia era una ragazza originaria della Libia. Zeus l’aveva amata e si era unito a lei. Ma ogni volta che ella partoriva un bambino, Era (Giunone) moglie di Zeus, gelosa, faceva in modo di farlo morire. Lamia andò a nascondersi in una caverna solitaria e per la disperazione divenne un mostro geloso delle madri più felici di lei, di cui ella rapiva i figli e li divorava. Nell’antica mitologia si chiamavano Lamie anche alcuni geni femminli che si attaccavano ai giovani succhiando loro il sangue.
Lamia di Herbert James Draper (1909)
Il mito di Lamia nella storia della Calabria antica è diventato una leggenda secondo la quale nella piana di S. Eufemia viveva un dio infernale, coperto da una pelle di lupo, che, come Plutone, appariva sulla terra per rapire le giovinette e mandarle al Tartaro. Il suo furore veniva placato con offerte annuali di vittime umane. Questo dio infernale era chiamato LAMO ed era il demone della palude, della malaria e della morte. Da Lamo deriverebbe Làmetos (Lamato) il fiume più importante che sfocia nel golfo di S. Eufemia. Da Lamato poi Lameto sarebbe venuta fuori Lametia.
FONTI: F. GENOVESE, La malaria nel Mezzogiorno d’Italia, Roma 1927, p. 70; O. DITO, Calabria. Disegno storico della vita e della cultura calabrese dai tempi antichi ai nostri giorni, Brenner, Cosenza 1981, p. 228.